2. Morte Oro - digital-experience-lab-unirsm/tagtool-sessions-2025-senigallia GitHub Wiki

Morte

Abstract

Lo spettacolo Elena, riadattamento della tragedia di Euripide [1] a cura di Giorgio Sebastianelli per gli studenti del Liceo Classico G. Perticari di Senigallia, affronta temi profondi come l’inganno, la crisi dell’identità e l’inutilità della guerra. Seguiti dal prof. Daniele Tabellini (@fupete), gli studenti del gruppo che si è occupato del tema della Morte hanno realizzato le scenografie ispirandosi alla filosofia orientale del Kintsugi [2]: l’oro diventa un legame simbolico tra rinascita e memoria, espresso attraverso elementi naturali (come alberi e foglie) disegnati dal vivo con TagTool [3], e stendardi militari funebri realizzati con legno e teli isotermici, da portare sul palco per creare un ulteriore strato narrativo, visivo e sonoro.

Parole chiave

Kintsugi, Buio, Oro, Foglie, Teli

Crediti

Silvia Bonfini (@SilviaB2111), Fabio Caponetto (@fabioocaponetto), Andrea Mannino (@Scatalozzo97)

Icona dell'intervento

Immagine di copertina

"Elena" Canto 1, spettacolo al Teatro "La Fenice" di Senigallia, 6 Giugno 2025, foto di Emanuele Lumini


Concept design

Prime lavorazioni e proposte (fase divergente)

La fase divergente ha preso avvio con una sessione di brainstorming condivisa, svolta inizialmente in piccoli gruppi temporanei, dopo una fase di ricerca individuale e una prima analisi del copione proposto dal regista. Questo confronto collettivo ha portato alla costruzione di una mappa concettuale secondo il metodo del Lotus Blossom [5]. Successivamente è stata realizzata una moodboard visiva collettiva.

Lotus Blossum

Lotus Blossom [4] Divergente collettivo

Moodboard visiva collettiva

Prima timeline di gruppo

Esplorazione e co-design (fase convergente)

Questo processo ci ha permesso di evidenziare le varie tematiche presenti nell'opera, tra cui quella della Morte. Dopo la formazione del nuovo gruppo si è proceduto a restringere il campo, individuando ogni punto all'interno della sceneggiatura ove fosse presente, in diverse maniere, la tematica in questione.

Prima timeline collettiva: la morte è indicata attraverso il colore nero

Ispirazioni Visive e concettuali

Kintsugi piatto

Arte del Kintsugi applicata ad un piatto

PADIGLIONE DEF

Foglie decorative sopra l'entrata del Padiglione della Secessione Viennese, Koloman Mose, 1898, Vienna

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Migranti protetti da telo isotermico

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Giovanni De Gara, Eldorato, 2022, chiese per l'Italia

Blade Runner 2049: effetto di illuminazione Caustica

Elaborazione della tematica del Kintsugi

Una volta individuati i canti e le scene da prendere in considerazione, si è fatta una ricerca visiva e dunque, la creazione di una nuova moodboard che ha permesso di far emergere la tematica del Kintsugi. Si sono aperte diverse strade: la strada della polvere, delle crepe, della frammentazione, delle radici, della regalità.

Moodboard di gruppo e prime idee

Si è deciso di rendere predominanti i colori oro e nero (con la possibilità iniziale dell’inserimento del bianco).
I primi schizzi si concentrano sulla conformazione letterale del Kintsugi, ovvero sulla rappresentazione visiva delle crepe e della polvere dorata.

Ci si è interrogati su diversi aspetti progettuali:

  • Come rendere l’idea del Kintsugi senza essere troppo didascalici?
  • Come trasmettere l’effetto della polvere che riempie le crepe in sincronia con le gestualità degli attori?

Seguendo questa direzione, sono stati introdotti i teli isotermici oro, affinché l’attore potesse avere un elemento fisico con cui interagire — o fingere di interagire — durante lo spettacolo.
Il gesto in relazione a un determinato telo, come ad esempio quello di “strappare”, avrebbe potuto movimentare l’animazione realizzata con Tagtool sullo sfondo.

Primi schizzi

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Sketch: Prima Sequenza

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Sketch: Seconda Sequenza

Sketch: Terza Sequenza

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Sketch: Quarta Sequenza

Questi schizzi ragionano quindi su due dimensioni: una digitale (schermo con Kintsugi animato live con TagTool) e una analogica (i teli isotermirci in scena su supporti di legno).

Si continua a ragionare su come non rendere l'elemento della filosofia orientale eccessivamente didascalico e si opta per una visione differente: le crepe sono "vene" in cui scorre una "linfa vitale". Attraverso l'utilizzo dell'IA si realizzano immagini per visualizzare al meglio l'idea. Gli elementi naturali come foglie, rami e alberi appaiono come una buona soluzione visiva.

Linfa Black PNG total

Ispirazioni visive del concept realizzate tramite IA (Chat Gpt)

Definizione all'interno della sceneggiatura

Dopo un confronto con il docente e con gli altri gruppi in classe, si è rivista nuovamente la timeline, delineando in maniera definitiva la presenza di determinate tematiche in scene e canti ben specifici. Il tema della Morte viene delineato nel Prologo, nel Canto 1, nella Scena 9 e nell'Epilogo. Si è proceduto quindi a continuare la progettazione seguendo le nuove direttive.

Timeline definitiva: il tema della Morte è segnalato dal colore nero

  1. PROLOGO
    Elena introduce la sua storia, raccontando la sua origine, il mito della sua bellezza e l'inganno degli dèi.

    • Scenografia: disegno live su Tagtool.
      Inizialmente si era pensato a una composizione di foglie dorate che apparivano man mano nell’oscurità.
      Si è poi deciso di far comparire sullo schermo un telo isotermico spezzato, su cui si interverrà cancellando alcune parti.
  2. CANTO 1
    Il coro di ancelle accompagna il dolore di Elena, evocando il suo destino segnato dalla volontà degli dèi.

    • Scenografia: entrano in scena tre stendardi, posizionandosi davanti allo schermo.
      Dietro a ciascuno si formano foglie disegnate con Tagtool, man mano che gli attori recitano.
      Al termine del canto, i tre stendardi vengono messi a riposo per essere suonati successivamente, prima di uscire nella Scena 3.
      Inizialmente si era pensato di coprire le attrici con ulteriori teli isotermici, ma si è poi deciso, insieme al regista, di posizionare i teli a terra, girandoli da argento a oro durante la scena.
  3. SCENA 9
    Elena e Menelao mettono in atto un piano per fuggire: fingere che lui sia morto e inscenare un funerale.

    • Scenografia: i tre stendardi entrano nuovamente in scena e si posizionano davanti allo schermo.
      Dietro a ciascuno si formano disegni di alberi con Tagtool, seguendo il ritmo delle battute.
      Alla fine della scena, uno stendardo esce, mentre i due rimanenti avanzano insieme agli attori fino al Canto IV, dove ne rimarrà solo uno.
  4. EPILOGO
    Teoclimeno scopre di essere stato ingannato e si infuria, ma viene fermato dai Dioscuri.

    • Scenografia: lo schermo si divide tra Morte (rappresentata da un albero) e Divino (un corallo).
      Lo stendardo rimasto compie movimenti vorticosi e viene suonato nell'Epilogo.

Tra la Scena 9 e l’Epilogo, gli stendardi restano in scena anche se il tema della Morte non è direttamente presente. La loro posizione verrà decisa in base all’andamento del palco durante le prove e le recite del 5-6 giugno 2025, al Teatro di Senigallia. Durante il tema del Mare, gli stendardi continuano ad essere suonati. Nel finale si prevede un "assolo" dell’ultimo stendardo rimasto.


Prototipazione

La fase di prototipazione è stata fondamentale per individuare sia i limiti sia i punti di forza del progetto. L’utilizzo di TagTool ci ha garantito una grande mobilità operativa e un’ampia apertura concettuale, permettendoci di articolare lo spettacolo su diversi piani narrativi. Da un lato, lo schermo proiettato rappresentava per lo spettatore un elemento stabile, un contenitore visivo riconoscibile. Dall’altro, la natura mutevole e dinamica delle scenografie digitali contribuiva a destabilizzare la percezione, introducendo variazioni continue. Per questo motivo si è resa necessaria la presenza di punti fissi sulla scena, rappresentati dagli stendardi: elementi visivi e scenografici che assumevano significati diversi a seconda del contesto narrativo della singola scena.

TagTool

Si è scelto di utilizzare TagTool Player per la sua flessibilità, impiegando un laptop condiviso come host per tutti i tablet collegati. Il computer era a sua volta collegato via HDMI a un proiettore, permettendo di animare i disegni in tempo reale sia durante le prove che nelle scene dello spettacolo. Il disegno live è stato gestito da diversi studenti, che, a seconda della scena, reagivano ai ritmi e ai momenti della performance, trasformando le immagini in una componente narrativa attiva e sincronizzata con l’azione scenica.

Scene e metodi di disegno

Durante la fase di prototipazione si è scelto di usare la tecnica della sottrazione per mostrare le immagini previste. In questo modo, gli studenti che gestivano il disegno riuscivano a concentrarsi maggiormente sulla durata effettiva delle scene, che non avrebbero visto fino al giorno prima dello spettacolo, e sulla qualità delle immagini proposte. Dopo aver caricato e posizionato le immagini su TagTool, si è pensato di cancellare o disegnare direttamente sopra le immagini già previste, semplificando così il lavoro durante lo spettacolo live. Per le nostre scene si è scelto di usare uno sfondo composto da un oro materico, che nel canto 1 è stato cancellato, mentre nella scena 9 è stato mostrato disegnandoci sopra degli alberi e dividendo lo schermo in tre parti.

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TagTool, impostazione canto 1

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TagTool, impostazione scena 9

La collaborazione tra i gruppi è stata fondamentale per la riuscita dello spettacolo. È stato essenziale che si lavorasse insieme, anche su scene non di propria competenza. Questo approccio ha permesso di sviluppare una visione collettiva del progetto. Durante le prove, il confronto continuo ha portato a modifiche in corso d’opera, a miglioramenti nelle scelte visive e a una maggiore consapevolezza dell’impatto di ogni azione scenica sul risultato finale.

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Prove

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Prove, scena 9

Stendardi

Sketch e concept di utilizzo

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Schizzi progettuali

Lo storyboard prevede che gli stendardi abbiano due posizioni principali. La prima consiste in uno stendardo alto 2,5 metri, leggero e facilmente trasportabile. La seconda è una posizione chiusa alta 1,5 metri, in cui lo stendardo viene piegato e posizionato davanti all’attore. Si è previsto che gli attori che portano lo stendardo lo muovano in modo agile e sicuro sul palco. Un’ulteriore caratteristica è che, grazie a un nastro adesivo metallico conduttivo, si sia reso possibile per gli stendardi chiudere un contatto con un touchpoint presente sul pavimento del palco.

Realizzazione ed esplosi di montaggio

Tavola disegno 1

Proiezioni ed esploso

Per la realizzazione degli stendardi si sono utilizzati listelli in legno di abete da 40×40 mm [ref. 4, 8], un materiale molto leggero e maneggevole anche su grandi lunghezze. L’altezza complessiva dello stendardo (2,5 metri) è stata suddivisa in due segmenti, rispettivamente da 1 metro [ref. 8] e 1,5 metri [ref. 4], per ottenere le due configurazioni previste [ref. A, B]. Per il meccanismo di apertura e chiusura [ref. C], si è previsto l’inserimento di magneti ad alta resistenza [ref. 7] e di una cerniera che mantiene le due aste allineate [ref. 5]. Sul retro dell’asta si sono posizionate delle calamite più leggere [ref. 9], che garantiscono il bloccaggio dello stendardo nella posizione di riposo [ref. A]. Nella parte superiore è stato inserito un listello [ref. 2], sempre in abete ma di sezione più ridotta, che funge da base per l’incollaggio del telo isotermico [ref. 6]. Grazie alla piegatura e al preassemblaggio, i tempi di montaggio e smontaggio, tramite l’utilizzo di piccole viti [ref. 1], sono risultati molto rapidi, rendendo anche il trasporto in teatro estremamente agevole.

3_lavori

Fase di realizzazione

Ambiente sonoro

L’utilizzo del nastro adesivo metallico ha avuto uno scopo preciso nella realizzazione degli stendardi. In collaborazione con il gruppo del suono (6. Supporto Audio), si è sviluppato un sistema in grado di far rilevare al computer impulsi elettrici precisi, generati dal contatto della mano sull’asta dello stendardo. Questo contatto chiude un circuito, inviando un segnale che viene elaborato tramite il controller MIDI Playtronica TouchMe e successivamente in Ableton Live. Per la realizzazione del circuito, si è reso necessario posizionare a terra dei touchpoint in nastro conduttivo, collegati direttamente al TouchMe: una linea era a contatto con il piede dell’attore, l’altra con l’asta dello stendardo, chiudendo così il circuito. Il risultato ha arricchito la scenografia con un ambiente sonoro ben definito, che nelle fasi finali dello spettacolo si è trasformato in un vero e proprio assolo di “bandiera elettrica”.

Tavola disegno 1_1

Schema funzionamento

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Prototipazione e Test


Il progetto finale Morte Oro: tagtool-sessions-2025-senigallia

Intro

Il progetto definitivo del tema della Morte per lo spettacolo di Senigallia del 6 giugno lavora su due fronti paralleli: uno analogico, gli stendardi sonori, e uno digitale, il TagTool.

Gli stendardi sonori, realizzati con il telo isotermico (lo stesso utilizzato per soccorrere le persone migranti), rappresentano gli strascichi causati dalla guerra di Troia [5] e rimandano alle maschere funerarie greche. Il telo è consolazione, protezione e desiderio di riscatto da quella che sembra essere una situazione irrecuperabile.

Gli alberi e i teli realizzati con TagTool, invece, rappresentano la linfa vitale del Kintsugi: dove c’è morte può tornare a crescere vita, e ciò che è rotto può essere riparato e utilizzato nuovamente, nonostante le cicatrici rimaste.

Funzionalità

L’intervento visivo digitale ha accompagnato la narrazione scenica. Ognuna di queste fasi ha previsto un uso diverso della proiezione live, in relazione agli elementi analogici presenti sulla scena.

TagTool è stato impiegato per animare forme astratte, frammenti, crepe dorate e strutture arboree che si integravano con gli oggetti fisici, come corpi e i loro gesti, teli e bandiere. Il disegno digitale non era illustrativo ma drammaturgico: scandiva i tempi della narrazione, suggeriva connessioni simboliche e ridefiniva continuamente lo spazio scenico.

Tecnologia

Per la realizzazione delle proiezioni è stato utilizzato TagTool Player, installato su un laptop condiviso, connesso via HDMI a un proiettore. A questo si collegavano, tramite rete Wi-Fi, i tablet utilizzati dagli studenti.

Ogni operatore visivo interveniva live durante la scena, reagendo ai ritmi dell’azione e improvvisando all’interno di una struttura predefinita. Il disegno avveniva in modalità multitouch, sfruttando layer, animazioni e dissolvenze per accompagnare i cambi di tono e di ambientazione.

### Risultati Il risultato finale è stato un ambiente scenico fluido e stratificato, in cui elementi digitali e fisici hanno dialogato tra loro creando continui cortocircuiti percettivi. La presenza fissa degli stendardi verticali offriva punti di riferimento stabili, mentre la componente visiva di TagTool disturbava, suggeriva e ricomponeva ciò che appariva frammentato.

La scena non rappresentava, ma evocava. Il pubblico non assisteva a una narrazione lineare, ma veniva coinvolto in un’esperienza visiva e simbolica fatta di gesti, luce e metamorfosi. L’integrazione tra tecnologia e azione performativa ha contribuito a costruire un paesaggio della morte non statico, ma dinamico e pieno di tensione vitale: un luogo dove ciò che è perduto può lasciare tracce luminose, e ciò che è rotto può essere risignificato.


Live session

Foto e video

PROLOGO

Durante la messa in atto dello spettacolo si è mantenuto il prologo invariato rispetto a quanto deciso in classe. Andrea Mannino (@Scatalozzo97) si è occupato di cancellare il telo precedentemente realizzato con TagTool

Prologo

Prologo, foto di Andrea Scorrano (@Andresco1799)

CANTO 1

Per quanto riguarda il Canto 1, si è deciso di eliminare i teli isotermici a terra a causa della complessità nel posizionarli e rimuoverli durante lo spettacolo. È stata mantenuta l’entrata degli stendardi che, dopo essere entrati due da sx e uno da dx, si sono posizionati al centro dello schermo. Per quanto riguarda la grafica realizzata con TagTool, è stata ampliata l’idea delle foglie e dei rami, riprendendo il gesto della cancellatura del telo nel Prologo.

Canto 1

Canto 1, foto di Andrea Scorrano (@Andresco1799)

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Canto 1, gif tratta dal video di Emanuele Lumini

SCENA 2-3

Si è mantenuta la decisione di lasciare gli stendardi sullo sfondo, abbassati, per poi farli ondeggiare e suonare nella Scena 3. Al termine di quest’ultima, si è proceduto alla loro uscita per lasciare spazio al gruppo del Doppio. I tre ragazzi stendardieri — Fabio Caponetto, Domenico De Pasquali e Francesco Lodovici — hanno inscenato una gag per rendere l’uscita di scena più simpatica e comica agli occhi del pubblico.

Scena 3

Scena 3, foto di Andrea Scorrano (@Andresco1799)

SCENA 9

Anche per la Scena 9 si è rispettato quanto deciso in precedenza: i tre stendardi rientrano in scena uno dopo l'altro mentre la scenografia dei tre alberi gestita da Andrea e da altri studenti con TagTool è stata messa in atto come previsto. A fine Scena 9 uno stendardo e stato fatto uscire facendone rimanere due ai lati del palco. Nel Canto 2 i due stendardi rimasti al centro si spostano ai lati del palco per poi passare alla Scena 10: a questo punto, durante la grafica del mare sullo schermo, i due stendardi verranno suonati da in piedi simulando anche un gioco di onde proiettate attraverso i riflessi di luce.

Fine scena 9

Scena 9, foto di Andrea Scorrano (@Andresco1799)

Scena 9

Scena 9, foto di Andrea Scorrano (@Andresco1799)

3 CANTO: THUNDERSTRUCK

Durante l'esibizione delle ballerine su Thunderstruck degli ACDC (cover di 2Cellos), gli stendardi sono posizionati al centro davanti allo schermo andando ad arricchire ulteriormente l'animazione a ritmo di musica del Divino attraverso un gioco di contrasti e di luci.

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Danza sulle note di Thunderstruck, foto di Andrea Scorrano (@Andresco1799)

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Danza sulle note di Thunderstruck, video di Emanuele Lumini

EPILOGO/FINALE

Dal 4 Canto in poi rimane in scena soltanto uno stendardo, che si posiziona al centro dietro alla schiera di attori. Non c'è stacco con l'Epilogo finito il quale lo stendardo viene avanti al centro del palco ed esegue un assolo musicale per poi ricevere applausi dal pubblico illudendolo che lo spettacolo sia finito mentre in realtà non è stato così: gli attori sono rientrati e hanno recitato la postilla finale.

assolo fabio

Assolo di Fabio (@fabioocaponetto), video di Giulia Marchetti (@GiuliaMarck)

Assolo di fabio

Assolo di Fabio (@fabioocaponetto), foto di Andrea Scorrano (@Andresco1799)

Commento e conclusioni

Lo spettacolo Elena di Euripide è stato un’ottima opportunità per noi, studenti della laurea magistrale in Interaction & Experience Design, per confrontarci con un ambito insolito rispetto ai consueti progetti accademici. L’esperienza teatrale ha rappresentato un arricchimento importante per la nostra consapevolezza progettuale, permettendoci di lavorare su un progetto reale e tangibile, destinato a un pubblico vero, andando oltre il concetto di esame fine a sé stesso.

Nonostante alcune difficoltà tecniche riscontrate in scena durante i due giorni a teatro, lo spettacolo può dirsi pienamente riuscito: in particolare, per quanto riguarda il tema della Morte, le scenografie realizzate con Tagtool hanno avuto l’impatto desiderato, mentre gli stendardi – insieme ai tre studenti che li sorreggevano – hanno conquistato il pubblico con le loro gag, tra risate e applausi.

Backstage

Silvia Bonfini (@SilviaB2111) con i tecnici delle luci e la light designer Silvia Barchiesi. Foto di Giulia Marchetti (@GiuliaMarck)

BACKSTAGE FABIO

Fabio Caponetto (@fabioocaponetto durante le prove con gli stendardi. Foto di Andrea Scorrano (@Andresco1799)

Andrea Mannino (@Scatalozzo97) durante le prove con con TagTool. Foto di Andrea Scorrano (@Andresco1799)

Backstage Alberi

Lo schermo del PC mentre proietta il disegno live, eseguito con TagTool, della Scena 9. Foto di Andrea Scorrano (@Andresco1799) _


Bibliografia

  • Levin, G. & Brain, T. (2021). Code as Creative Medium: A Handbook for Computational Art and Design. The MIT Press.
  • Reas, C. & Fry, B. (2020/2nd ed.). Processing: A Programming Handbook for Visual Designers and Artists Hardcover. The MIT Press.
  • "Elena" di Euripide (412-408 a.C.) - Sceneggiatura rivisitata da Giorgio Sebastianelli
  • Santini, C. (2020). "Kintsugi: L’arte segreta di riparare la vita." Corbaccio.

Sitografia


Note

  1. "Elena" di Euripide (412-408 a.C.) è una tragedia greca che racconta la storia di Elena di Troia, concentrandosi sul suo destino e sul conflitto tra dèi e uomini.

  2. Il "Kintsugi" è una tecnica giapponese di riparazione della ceramica con lacca e polvere d’oro, che valorizza le crepe come parte della storia dell’oggetto.

  3. "TagTool" è uno strumento digitale per disegno live su schermo, usato in performance teatrali per creare animazioni interattive in tempo reale.

  4. Il "Lotus Blossom" è un metodo creativo di brainstorming che aiuta a espandere idee attorno a un tema centrale, organizzando i pensieri in modo visivo.

  5. La "Guerra di Troia" è un conflitto leggendario della mitologia greca tra Greci e Troiani, causato dal rapimento di Elena, simbolo di bellezza e tragedia.